Si definiscono “light” gli alimenti che forniscono meno calorie rispetto a quelli tradizionali. Solitamente, vengono consigliati a chi ha deciso di intraprendere una dieta, perché è opinione diffusa che aiuterebbero a perdere peso.
Una ricerca recente, però, ha dimostrato che, al contrario di quel che si pensa, i cibi “low fat” farebbero ingrassare e comporterebbero disturbi metabolici. Scopriamo di più.
Quando si parla di “cibi light” non ci si riferisce ad alimenti naturalmente poveri di grassi, bensì a cibi che hanno subito una modificazione della composizione chimica al fine di ridurne l’apporto calorico. Gli alimenti light dovrebbero fornire meno calorie, rispetto ai loro equivalenti tradizionali, grazie ad una riduzione di grassi, zuccheri semplici, alcol e colesterolo.
Per mantenerne le proprietà organolettiche, ossia sapore e consistenza, prevedono però l’aggiunta di additivi. Per essere appetibile, il cibo light viene addizionato con aromatizzanti, emulsionanti, gelificanti, dolcificanti e conservanti. I grassi sono sostituiti con proteine vegetali, amidi modificati o fibre, e al posto del saccarosio troviamo edulcoranti acalorici. I processi di trasformazione subiti dagli alimenti per renderli meno calorici possono causare la perdita di importanti componenti, come vitamine e acidi grassi essenziali.
Stando a quanto emerso da uno studio dell’Università della Georgia, i cibi light (o low fat che dir si voglia) non aiuterebbero a dimagrire: al contrario, favorirebbero l’aumento di peso.
Questo perché contengono in zuccheri tutto quello che non hanno in grassi. Pertanto, pur essendo effettivamente meno calorici di un cibo equivalente, in realtà non sortiscono gli effetti sperati da chi li consuma confidando nel loro potere dietetico.
Il gruppo di ricercatori ha sottoposto dei topolini a una dieta a base di cibi light, poveri di grassi e pertanto ricchi di zuccheri, confrontando i risultati con quelli di altri roditori alimentati con una dieta bilanciata. È così emerso che le cavie che avevano ingerito cibi dietetici avevano accumulato, per metà delle calorie consumate, la stessa quantità di grasso corporeo rispetto a quelle che avevano mangiato in modo equilibrato.
L’esperimento andrebbe a sfatare il falso mito che associa il termine “light” a “dietetico”. Ijn realtà, gli alimenti pubblicizzati per il loro basso contenuto calorico potrebbero addirittura fare ingrassare, oltre a favorire disturbi come infiammazione cerebrale e problemi metabolici. Pochi grassi significa, infatti, più zuccheri. Una maggiore presenza di questi ultimi va ad incidere negativamente sul metabolismo, aumentando il rischio di diabete. Inoltre, un regime alimentare “low fat” porta a mangiare di più, proprio perché i cibi sono meno calorici e quindi ci si sazia di meno. Infine, come emerso dalla ricerca americana, l’eccesso di zuccheri si trasforma in grasso corporeo, anche se si consumano meno calorie rispetto a una dieta equilibrata.
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