Sono ancora molti i dubbi sulla qualità dell’acqua del rubinetto, cosa succede se la si beve e quanto è sicura per la salute
L’Italia è uno dei paesi in cui il consumo di acqua minerale in bottiglia è più elevato al mondo. Con 6 miliardi di bottiglie di plastica all’anno, la nazione è la prima in Europa e la terza nel pianeta. Un primato che non è di certo un vanto, considerando i danni ambientali che questo provoca.
É possibile, poi, fare un confronto a livello economico con l’acqua del rubinetto. Se questa viene a costare 2 millesimi di euro al litro mediamente, per l’acqua in bottiglia si parla invece di cifre pari a volte a centinaia di volte tanto. Perché, dunque, il popolo italiano si ostina nel comprare l’acqua al supermercato quando, invece, nelle case di tutti questo bene è fruibile (e praticamente gratuito) aprendo semplicemente il rubinetto?
Una prima sfiducia deriva innanzitutto dai dubbi sulla qualità dell’acqua. Si può dire che, in via generale, l’acquedotto distribuisce in Italia un’acqua di buona qualità, con un 75/80% di origine profonda. Senza contare, poi, che la qualità della stessa viene tenuta costantemente sotto controllo dai gestori idrici e dagli esperti. Dunque, bere acqua del rubinetto fa male o no?
Pro e contro dell’acqua del rubinetto
Abbiamo appurato che, a livello qualitativo, l’acqua che giunge nelle case degli italiani attraverso i rubinetti non ha nulla di cui lamentarsi. Le reti idriche delle città forniscono, dunque, una buona qualità di acqua potabile, già sottoposta a procedimenti che la adeguano agli standard richiesti.
Questi processi dovrebbero garantire un’acqua completamente depurata, ossia che non presenta tracce di sostanze chimiche, microrganismi nocivi, virus ed elementi patogeni. Si può dire, allora, che bere l’acqua del rubinetto in questo stato di controllo non porterebbe alcun effetto negativo sull’organismo.
C’è altresì, da tenere in considerazione che alcuni fattori possono influire negativamente in questi standard di qualità, andando ad abbassarli notevolmente. Tra questi la manutenzione degli impianti di trattamento e distribuzione, spesso obsoleti e non adeguati, e il riciclo dell’acqua. La potabile, infatti, è talvolta riciclata a causa del degrado sempre più insistente delle risorse idriche.
Senza considerare poi, che gli standard dell’acqua vengono garantiti fino all’arrivo al contatore, a cui si aggiunge il passaggio in tubature spesso vecchie e non a norma. Si può concludere, quindi, che l’acqua potabile non provocherebbe nessun danno se mantenuta secondo le norme stabilite e non subisse ulteriori passaggi.