Svegliarsi poco prima che suoni la sveglia capita a molti e alla base c’è una spiegazione scientifica per tale ‘fenomeno’
La sveglia è nostra nemica, ma anche alleata. Suonerà strano a dirlo, però è così: del resto nessuno vorrebbe dover impostare un orario per svegliarsi ma allo stesso tempo è uno necessario per evitare di far tardi al lavoro in per altri impegni.
Se da un lato, però, c’è chi la rimanda sistematicamente di 5 minuti quando suona al mattino, dall’altro non sono pochi quelli che si svegliano prima del rintocco. Magari hai la sveglia alle 7:00, però alle 6:30 o addirittura alle 6:55, apri già gli occhi. C’è perfino chi non utilizza neanche la sveglia e puntualmente si alza in orario. A tutto ciò c’è una spiegazione scientifica, collegata al cosiddetto ‘orologio biologico‘.
Quello di svegliarsi prima della sveglia o, comunque, di riuscirci all’orario giusto senza l’ausilio di alcuno strumento, sarebbe dato dal gene KDM5A, detto appunto ‘gene sveglia‘. L’orologio biologico funziona grazie alla proteina Period, la quale raggiunge il massimo picco tra il mattino e le ore 12:00, fino a calare via via di sera e inducendo al sonno. Nel corso della notte è ai livelli minimi e ciò rallenta anche i ritmi biologici.
Il gene sopracitato, intanto, codifica la proteina JARID1a che ha il compito di attivare il circuito del ciclo sonno/veglia. Tutto ciò è favorito, in particolare, dalle abitudini costanti, soprattutto riguardo gli orari di riposo. L’organismo, in tal caso, diventa bravo nel prevedere da sé il momento giusto per svegliarsi. Inoltre, anche se non è stato ancora provato, anche l’ansia insita di far tardi ad un appuntamento favorisce lo svegliarsi prima del tempo.
Il meccanismo descritto e presente sulla rivista Science, comunque, è utile anche per aiutare chi soffre di insonnia e, addirittura, del morbo di Alzheimer. Satchidananda Panda, co-autore dello studio e professore del laboratorio di biologia normativa del Salk Institute, ha spiegato: “Gran parte della salute e del benessere dipendono dalle ore di sonno. Dopo aver identificato la proteina JARID1a riguardo l’attivazione del nostro ciclo diurno, possiamo capire perché i ritmi circadiani di alcune persone sono disattivati e forse per trovare nuovi modi per aiutarli”.
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