L’olio di palma, leader mondiale di oli e grassi alimentari, perché fa così tanto male? La spiegazione scientifica
Sempre più correnti di pensiero sul rapporto tra alimentazione e salute, concordano sui rischi di malattie e disturbi cardiovascolari a seguito dell’assunzione di eccessivi grassi animali. I principali responsabili di gravi effetti su colesterolo e trigliceridi sarebbero, stando agli studi più recenti, gli acidi grassi saturi.
Proprio grazie all’attenzione sempre più alta che si è prestata alle ripercussioni di un’alimentazione ricca di grassi saturi, sono emersi studi e sospetti relativi all’olio di palma. L’olio del frutto della palma e l’olio di semi di palma sono degli oli vegetali costituiti in gran parte da trigliceridi e presentano elevate concentrazioni di acidi grassi saturi. Questi oli sono ricavati dalle palme Elaeis guineensis, Elaeis oleifera, Attalea maripa e Attaela speciosa e rappresentano oggi i leader mondiali di grassi alimentari in commercio.
É la Malesia il paese dove l’olio di palma viene prodotto in maggior quantità ed esportato in tutto il mondo, ma nonostante il suo enorme utilizzo grazie ai prezzi bassi, desta preoccupazione la sua composizione chimica. A tutti sarà capitato, da qualche anno a questa parte, di leggere sulle confezioni di molti prodotti che finiscono nelle nostre cucine, la specifica “Senza olio di palma“.
Usare olio di palma: sì o no?
Stando a quanto detto poc’anzi, sarebbero dunque innegabili i potenziali effetti collaterali di un’uso eccessivo di questo componente sullo stato della salute, in particolare nell’ambito cardiovascolare. Con il suo 50% di contenuto di acidi grassi saturi, l’olio di palma si è già guadagnata la sua etichetta di “maligno” e l’opinione pubblica si è da tempo schierata contro di esso.
Ma fa davvero così male usare l’olio di palma? Gli studi scientifici in merito sono ancora in cerca di risposte più precise, ma non si può negare che in generale, un’alimentazione corretta e mirata ad eliminare i possibili rischi cardiovascolari non può che essere favorevole. La società è stata, dunque, colpita sicuramente da un allarmismo generale, condizionato ancor di più da spot pubblicitari che bombardano con questo messaggio.
L’ideale, dunque, in attesa di conferme più precise dalla scienza, è godere dei benefici di un’alimentazione varia ed equilibrata. La scelta migliore sembra essere, nel frattempo, optare per l’uso di oli vegetali a maggior concentrazione di acido oleico, come l’olio di oliva con il suo 60-80%.