La paralisi del sonno è uno dei disturbi più comuni nella fase di risveglio o addormentamento: per quale motivo avviene
Il sonno può essere fonte di problemi per molti. Non tutti, infatti, riescono a godere di una dormita serena e senza alcun fastidio, soffrendo di insonnie e disturbi molto diffusi derivanti da diversi fattori. Lo stress quotidiano, il lavoro, la tensione, la cattiva digestione o l’uso di alcol e fumo, sono tutti elementi che possono influire sul riposo.
Ci sono alcuni disturbi, come ad esempio la sensazione di cadere nel vuoto, che sono davvero comunissimi e che molto spesso non comprendiamo. Lo spasmo ipnico avviene quando i muscoli si contraggono involontariamente, provocando il mioclono, la scossa muscolare che dà l’effetto di una caduta nel vuoto.
Un altro disturbo molto fastidioso e frequente, è quello della paralisi del sonno. Si parla in questo caso del disturbo che avviene in fase di risveglio o di addormentamento e si verifica quando il soggetto avverte di non potersi muovere né parlare, mentre però è cosciente e consapevole. Questa sensazione non ha gravi ripercussioni, eppure implica spesso un senso di forte ansia e paura.
La paralisi del sonno, come accennato poc’anzi, è uno dei più comuni disturbi del sonno, classificato quindi nelle parasonnie. Il motivo principale per cui accade è un’alterazione che avviene durante i normali cicli del sonno, ossia nei momenti di alternanza tra fase REM e fase Non-REM.
La fase REM (Rapid Eye Movement) è quella in cui si verificano i sogni, durante la quale i muscoli del corpo tendono ad essere paralizzati e precede generalmente il risveglio. Al contrario, nella fase Non-REM il corpo riesce a rilassarsi completamente. La paralisi del sonno avviene, dunque, quando capita che il momento del risveglio (dopo la fase REM) non coincide perfettamente con la ripresa del tono muscolare.
Questo è il motivo per cui si prova la sensazione di essere coscienti mentalmente ma incapaci di effettuare qualunque movimento e, dunque, paralizzati. Questa condizione può verificarsi con maggior frequenza quando il soggetto dorme in posizione supina, ma non è escluso che vi sia anche una predisposizione genetica a questo disturbo del sonno.
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