Uno degli alimenti più diffusi sulle tavole degli italiani, il tonno in scatola, è pericoloso se mangiato in eccesso: la giusta quantità
Per gli italiani una dieta a base di pesce è praticamente imprescindibile. Meglio ancora, poi, se c’è tutta la comodità di aprire una scatoletta e trovarselo pronto per condire insalate, panini o pasta. Ed ecco così che il tonno in scatola, sott’olio o al naturale, diventa uno degli alimenti più diffusi sulle nostre tavole.
Basta pensare che, secondo un’indagine dell’INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e Nutrizione, è al secondo posto della classifica tra i pesci più utilizzati nella cucina del nostro paese. In effetti l’opinione generale vuole che il tonno in scatola sia fondamentale nel contesto di un’alimentazione sana ed equilibrata. Questo, infatti, viene presentato come cibo perfetto per una dieta salutare, considerando che fornisce un elevato apporto di proteine nobili, vitamine del gruppo B e sali minerali come iodio e fosforo.
Ad aggiungersi al suo successo, anche il fattore economico. Il tonno in scatola è la proteina di origine animale più conveniente sul mercato, insieme a uova e latte. Il picco del suo consumo, per di più, avviene in estate, quando rappresenta un’ottima alternativa per realizzare piatti freschi e leggeri. Ma siamo sicuri che faccia così bene?
Consumo eccessivo e limiti, cosa c’è da sapere sul tonno in scatola
Il tonno in scatola, per tutti i motivi sopra elencati, potrebbe essere il nostro alimento di punta in ogni stagione. Come ogni cibo, però, va tenuto sotto controllo perché un eccesso di assunzione potrebbe portare a danni da non sottovalutare. In un paese come l’Italia, in cui il consumo di tonno corrisponde al 20-25% del totale di pesce, le raccomandazioni sono da tenere in considerazione.
É proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità a fornire le indicazioni su un corretto consumo di tonno in scatola. Si legge, dunque, che le donne incinte e bambini non ne dovrebbero assumere più di 170 grammi alla settimana (3 scatolette). Una spiegazione a questo limite c’é.
Il mercurio contenuto nei mari e incamerato dai pesci grandi come il tonno, può essere seriamente dannoso per la salute, causando gravi danni celebrali e al sistema nervoso. Ad ulteriore prova di questo, i casi di intossicazione da mercurio verificatisi in Giappone, che hanno più volte portato a decessi e danni neurologici a centinaia di persone negli anni Cinquanta.