L’UE ha vietato la commercializzazione di un pregiato formaggio prodotto in Sardegna, perché non rispetterebbe le norme igienico-sanitarie
L’Unione Europea ha vietato la vendita del casu marzu, formaggio prodotto in Sardegna, in quanto non sembrerebbe rispettare le norme igienico-sanitarie.
La traduzione in italiano del casu marzu è ‘formaggio marcio’. Tale latticino viene prodotto lasciando in locali aperti, durante le stagioni estiva e primaverile, forme di pecorino e caprino. Qui il cacio viene punto dalla Piophila casei, conosciuta anche come la mosca del formaggio, che depone le proprie uova all’interno del formaggio, dove poi si sviluppano le larve. Queste, dopo la schiusa, trasformano la pasta del formaggio in una morbida crema dal sapore dolce e leggermente piccante. Il periodo di maturazione è di circa sei mesi.
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Vietato il formaggio Casu marzu: è a metà tra il legale e l’illegale
Il casu marzu non è l’unico formaggio con i vermi. In Liguria c’è il Gorgonzola coi grilli, a Udine c’è il Saltarello. Ma ne troviamo altri anche in Piemonte, Abruzzo, Calabria, Puglia e Molise.
La Sardegna, per poter tutelare questo formaggio, lo ha inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. L’iscrizione nel registro nazionale PAT certifica fasi di lavorazione e di stagionatura da almeno 25 mesi. Grazie a questa iscrizione, dunque, è stata apportata una deroga che ne consente la produzione. Tuttavia il famoso formaggio non è più così facilmente reperibile.
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Per poter provare il casu originale, infatti, bisogna rivolgersi a qualche pastore che lo produce privatamente e abusivamente. Questo è dovuto dal fatto che, al contrario di altri formaggi con i vermi italiani, la richiesta è davvero minima.